lunedì 13 gennaio 2014

Il capitale umano (Paolo Virzì, 2014)

"Avete scommesso dulla rovina di questo Paese, e avete vinto". Ora lasciateci per lo meno incazzare.
E invece no.Perchè Il capitale umano è stato attaccato duramente da un poveraccio, un assessorucolo brianzolo allo sport e turismo (turismo in Brianza?) che ha accusato Virzì di restituire stereotipi legati alla splendida terra di cui lui è illuminato amministratore.
Il regista toscano aveva parlato di «paesaggio gelido, ostile e minaccioso», di «grumi di villette pretenziose», di «ville sontuose dai cancelli invalicalibili».
Insomma, c'erano tutti i presupposti buoni per interessarsi al film, e alla vigilia della ripartenza per l'Oltralpe vado a vederlo approfittando di alcuni blglietti omaggio.
Profonda Brianza, si diceva. Paesino del tipo Vergate sul Membro. Un cameriere precario rientra dal lavoro in piena notte in bicicletta nel bel mezzo di una strada di campagna. Uno dei suv-normali che sfrecciano sulle loro astronavi lo sperona e il malcapitato rovina in un fossato. Chi è il responsabile di questo crimine? L'incidente diventa l'input per costruire una sorta di noir nel quale la ricerca dello sconsiderato conducente è solo una copertura per indagare l'anima malata del Nord Italia benestante.
Una storia raccontata per tre volte, alla Rashomon di Kurosawa (vabeh, il paragone è alla cazzo ok?). Le varie facce di questo poliedro sono allo stesso modo malate: c'è l'immobiliarista sognatore e un po' fesso (bravissimo come sempre Bentivoglio), c'è l'uomo d'affari senza scrupoli con villa imperiale (un buon Gifuni dal pesante accento lombardo), e ci sono le mogli che subiscono la stronzaggine dei mariti (la Bruni Tedeschi è perfetta come moglie esaurita).
Alla fine (tranquilli, niente spoiler), come succede spesso nei film di Virzì, gli unici a spuntarla (almeno moralmente) sono bone o male i figli.
A conti fatti, l'aspetto più interessante è l'affresco collettivo di una società di mostri, gente senza scrupoli che si rinchiude in mondi fatati farciti di orrore e omertà. O gente che si sfascia la vita per dieci minuti di gloria economica.
Sorrentino riceve il Golden Globe e, col suo inglese tirato via, dice che l'Italia è un country crazy and beautiful. Una cartolina eufemistica, insomma.
Virzì dice che siamo un paese di stronzi. E c'ha pure ragione.

Nota a margine: ma nelle multisala, l'odore dei pop-corn lo sparano artificialmente? Prossima volta glielo chiedo, perchè non si vive proprio eh.

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