giovedì 9 gennaio 2014

Spaghetti Story (Ciro De Caro, 2013)

Vacanze natalizie prolugate a Vicenza. Percepisco su facebook un certo vociare su questo piccolo film, vedo che l'Araceli decide coraggiosamente di darlo, convinco faticosamente Ronni e via, si va a vederlo.
Sala poco affollata. evidentemente la gente non si fida.
Il film racconta la storia di Valerio, un ventinovenne aspirante (sedicente, più che altro) attore che vivacchia in un quartiere popolare romano scroccando da vivere alla malcapitata convivente e alla sorella fricchettona massaggiatrice shiatzu invasata con la cucina cinese.
Economicamente all'orlo del collasso, il nostro si lascia intortare dall'amico d'infanzia - diventato nel frattempo pusher -  prestandogli qualche servizietto in qualità di corriere. Presso il fornitore dell'amico spaccino conoscerà una sexworker cinese segregata e sfruttata da uno stronzo, e deciderà di aiutarla.
Nel frattempo la sua ragazza rimarrà incinta....
La storia è semplice, mezzi tecnici scarsissimi (poche migliaia di euro e una D50 con una lente sola), attori bravi anche se non certo rodatissimi; eppure il film funziona. Bello e coinvolgente, anche nei dialoghi.
I personaggi sono assolutamente verosimili, e le venature di comicità emergono elegantemente qua e là nella tessitura della vicenda. Er romanesco de bborgata è spesso incomprensibile, ma chissene, finché la storia sta in piedi e il film vola via con leggerezza (ma non frivolezza)..
Sarà che da quando ho visto quel gran gioiellino che è Non pensarci di Zanasi non appena un film parla intelligentemente e ironicamente di precari trentenni che vivacchiano alla giornata con il sole sul volto ma con il buio nel cuore, io mi sciolgo e approvo per partito preso. D'altronde lo schermo è uno specchio giusto?
E il mal comune fa mezzo gaudio. E poi ci piace guardarci da fuori, a noi losers.
Brutto il titolo. Spaghetti story, ma chevvordì?

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